domenica, settembre 09, 2007

V-Day: la reazione dei nostri "politici".


"Atteggiamento di disinteresse verso la politica e di prevenuto giudizio negativo nei confronti delle istituzioni pubbliche."
Questa è la definizione che dà il Sabatini-Coletti del lemma qualunquismo. E a proposito di qualunquista recita:
"Chi mostra un atteggiamento pregiudizialmente e indistintamente polemico e critico nei confronti delle ideologie politiche e delle istituzioni pubbliche."
Per quale ragione, allora, molti esponenti della politica italiana si sono affrettati a liquidare come qualunquista il fenomeno V-Day organizzato da Beppe Grillo?
Proprio un forte interesse per la res-publica ha spinto i sostenitori della proposta di legge di iniziativa popolare a mettersi in fila per lasciare la propria firma: non di disinteresse si può accusare queste persone.
Allora forse l'indizio riscontrato è un prevenuto giudizio negativo nei confronti delle istituzioni. Ma qui non si è trattato di cattiva opinione delle istituzioni, bensì della loro difesa da una degenerazione della politica tutta italiana. Ed è una difesa che viene esercitata con tanto di proposta di legge, altro che scarso interesse. Verrebbe da pensare, a voler essere maligni, che l'iniziativa popolare sia considerata come indizio di qualunquismo...
Resta ancora l'atteggiamento pregiudizialmente e indistintamente polemico e critico nei confronti delle ideologie politiche e delle istituzioni pubbliche, di cui alla seconda definizione del dizionario. Ma "pregiudiziale" è aggettivo che si riferisce ad una fase che precede il giudizio nel pensiero umano: qui ciò che ha spinto tanta gente a riconoscersi nella denuncia di Grillo e che ha generato una tale affluenza di cittadini è un giudizio molto ben formato nella testa di queste persone, ed è un giudizio fortemente negativo nei confronti del sistema politico italiano. Non un preconcetto, ma un'opinione molto ben vagliata e altrettanto chiara.

Dove è stato ravvisato allora questo qualunquismo, col quale è stato bollato il fenomeno dell'otto settembre nelle piazze italiane? All'analisi del dizionario della lingua italiana l'aggettivo risulta inappropriato, ed il giudizio risulta falso. Di più: esso è anche offensivo.
Non c'è la minima traccia di qualunquismo nel V-Day. Assai sospetto è, invece, il giudizio dato dai politici - esso sì, pregiudiziale.
Un movimento di persone polimorfo, complesso, dinamico, non intercettabile con le solite sigle obsolete, non polarizzato dai soliti slogan usurati, non implotonato dietro le solite bandiere ed i consueti simboli della politica italiana, ma vivo e mutevole come il web da cui scaturisce, ha colto di sorpresa i professionisti della partitocrazia, incapaci di parlarne perfino la lingua, ma perfettamente in grado di comprenderne la pericolosità. A questo minaccioso mostro popolare destinato a tendere nuovi agguati ai loro sconsiderati privilegi bipartisan ed alla loro disgraziata autoreferenzialità, i nostri politici vogliono fare terra bruciata intorno: nell'impossibilità di affibbiare ad esso le solite etichette vetero-ideologiche di destra e sinistra, fascista e comunista, ecco che la condanna è affidata ad un aggettivo che insieme annienta il valore politico del nuovo movimento e offende le intelligenze di tanti: qualunquista. Questa è la categoria dentro cui si intende ridurre d'ora in avanti la battaglia contro il malcostume politico italiano.

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