giovedì, maggio 17, 2007

Considerazioni dopo il Family Day

Dico Sì, Dico no, Dico forse... Capiterà anche a voi di riconoscere parte della ragione e parte del torto su tutta la questione (dai Pacs in poi perlomeno) all'una e all'altra parte.Sarebbe curioso sapere: se avessero esplicitamente escluso le coppie omosessuali dal testo di legge, quanti avrebbero avuto un'opinione diversa sui Dico?Qualcuno ha fatto un sondaggio del genere? Se si segnalatemelo per favore perchè sono molto curioso.Molti avrebbero avuto poco da obiettare alla proposta sui diritti dei conviventi se fosse stata limitata alle coppie eterosessuali di fatto. Almeno questa è la mia impressione.Allora occorrerebbe trarne alcune conseguenti considerazioni. La questione dei Dico è stata mal posta - la società italiana, provocata dagli aspri dibattiti sui Pacs, non è pronta ad accettare una legge che pone sullo stesso piano le tradizionali coppie eterosessuali e le coppie formate da omosessuali. L'equiparazione sul testo di legge non è stata fatta a caso: appare evidente che l'intenzione di chi propone il provvedimento (e dei gruppi politici promotori) è quella di ottenere più diritti per gli omosessuali conviventi, "vestendo" l'iniziativa con una proposta di allargamento dei diritti per tutti i conviventi. Il risultato, abbastanza scontato, è stato quello di presentare la legge sui Dico come una specie di cavallo di Troia gay.Trovo personalmente inaccettabile che una questione certamente seria sia stata affrontata in questo modo, e mi chiedo quale altro risultato si aspettassero i promotori.Tuttavia, tra gli scontenti, leggo solo proteste verso la Chiesa o il bigottismo dei Cattolici, e nessun accenno di rimprovero verso il governo e la sua maggioranza per il modo maldestro con cui ha prima impostato il dibattito in Parlamento e poi trasferito in modo ancora più grottesco nelle piazze italiane.

martedì, maggio 01, 2007

Lì dove nasce la nostra concezione della scienza.



Cito alcuni passaggi di pregio da uno dei principali studiosi di storia della filosofia e del pensiero scientifico in Europa: seppure brevi, sintetizzano con grande efficacia alcuni concetti che dovremmo tenere ben presenti quando riflettiamo sullo stato della conoscenza oggi.
Negli scritti degli artisti e degli sperimentatori del Quattrocento e poi nei trattati di ingegneria mineraria, di arte della navigazione, di balistica, di arte delle fortificazioni del secolo successivo, [...] si afferma anche l'immagine della scienza come costruzione progressiva e come una serie di risultati che si collocano, l'uno dopo l'altro, ad un livello di complessità o di "perfezione" sempre maggiore.
[...] il sapere dei tecnici si costituisce come una grande alternativa storica al sapere dei maghi e all'ideale di sapienza che è caratteristico della tradizione ermetica.
Filosofi come Bacone, Cartesio, Boyle porteranno al livello della conspevolezza filosofica - inserendole in contesti teorici di grande rilievo - idee che erano nate in ambienti non filosofici, ambienti considerati con ostilità, quando addirittura non con disprezzo, dalla cultura che si esprimeva nelle università.

Nel XV secolo, quindi, emergeva una conoscenza diffusa tra artigiani e artisti di tipo manuale e non strutturata, assolutamente non ufficiale e completamente avulsa dal mondo delle dottrine ritenute degne. La scienza come la conosciamo oggi, ha avuto la sua prima origine dal basso, affermandosi nonostante (anzi addirittura contro) una cultura - quella medievale - che riconosceva esclusivamente una sapienza iniziatica, riservata a pochi eletti, costituita da riti, magie ed alchimie.
Senza gli stimoli provenienti dalle arti pratiche, i grandi filosofi che hanno saputo organizzare questa conoscenza e gettare le basi del sapere scientifico, avrebbero avuto molte più difficoltà a costruire gli edifici filosofici che avrebbero costituito la nervatura del sapere umano nei secoli a venire.


Citazioni da Paolo Rossi - I meccanici, gli ingegneri, l'idea di progresso.
In Storia della Scienza, vol. I.