giovedì, aprile 19, 2007

La necessità di un nuovo Umanesimo.


La rivoluzione scientifica è storicamente collocabile tra il XVI ed il XVII secolo, e sarà seguita dal "secolo dei lumi" - il XVIII - in cui la consacrazione del sapere scientifico è definitiva.
Oggi facciamo fatica a rappresentarci quanto deve essere stato intricato e laborioso il cammino delle idee che hanno portato al primato della scienza modernamente intesa sul complesso delle superstizioni, degli occultismi, degli ermetismi, degli alchimismi e delle magie del medioevo.
Sappiamo anche che, a tutti questi -ismi va sommato l'atteggiamento oscurantista e apertamente ostile della Chiesa cattolica, spesso degenerata in aperta e arbitraria violenza che non verrà mai sufficientemente condannata.
Mi pare, a volte, che nel nostro tempo si sia creata una situazione opposta ma ugualmente degenere: quella di una cieca fiducia verso qualunque informazione che venga anche semplicemente circondata da un'aura di scientificità.
Il rigore del metodo scientifico si è affermato lentamente contro un'antichissima concezione sacerdotale del sapere, e questa è indubitabilmente stata una delle principali conquiste nella storia dell'uomo.
Oggi, però, a volte mi pare che la fede nella magia e nel sovrannaturale, di cui ci si è faticosamente liberati, sia stata sostituita da un credito altrettanto fideistico verso qualunque asserzione che possa vantare una, seppure indiretta, relazione con la scienza.
Non secondario deve essere il ruolo della distorsione operata dai mezzi di comunicazione di massa.
La mia formazione è scientifica, quindi certo non intendo condannare i metodi scientifici o sminuirne le conquiste. Tuttavia spesso penso che l'ideale di "progresso", e di "progresso scientifico" in particolare, non deve condurre ad una società interamente protesa nello sforzo di realizzare tali "progressi", come se in quelle realizzazioni si esaurisse la ragione stessa di essere uomini.
Credo che ci sia bisogno oggi di un nuovo Umanesimo, che riporti l'uomo al centro della società e sostituisca la fede nello sviluppo con la fede nell'uomo, la ricerca del progresso con la ricerca della felicità e di una degna condizione umana. La scienza dovrebbe sempre essere strumentale a questa condizione. L'ideale di "progresso", con le sue ovvie declinazioni di "sviluppo" (scientifico, economico, etc) e di "crescita" devono essere rivisti alla luce di una nuova centralità dell'uomo.

1 commento:

Anonimo ha detto...

giusto avete veramente ragione!!!
pultroppo e troppo lungo nn ce un altra piu piccola???