venerdì, marzo 31, 2006

Digital Rights Management: un anacronismo.


La storia è senza dubbio piena di casi in cui opere dell'ingegno hanno ispirato altre opere dell'ingegno di differenti autori, in un circolo virtuoso che ha probabilmente caratterizzato lo sviluppo dell'esperienza artistica, creativa ed anche scientifica dell'uomo. Ma è solo negli ultimi due secoli, dalla rivoluzione industriale in poi, che i concetti di brevetto e diritto d'autore, così come noi oggi li conosciamo, hanno fatto la comparsa sulla scena a tutela della proprietà intellettuale e delle difesa di interessi economici e commerciali. Fino ad allora, la circolazione delle idee ha goduto di una naturale libertà, limitata soltanto dai casi in cui la censura o la sicurezza degli Stati hanno avuto il sopravvento. Le idee rischiano oggi di diventare proprietà privata.
Nel caso dei contenuti digitali, qualcuno lo ha recentemente ribadito, come anche fatto efficacemente una decina di anni fa da Nicholas Negroponte nel suo celeberrimo "Being Digital": sono i modelli di business che devono adeguarsi alla nuova realtà del mercato.
Vedi DRM a go-go.

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